Una delle notizie più popolari che mira a screditare le auto elettriche. Essendoci pochi dubbi sulle zero emissioni di CO2 delle elettriche, e dando per scontato che l’energia utilizzata per la loro ricarica sia prodotta con energie rinnovabili, i dubbi vengono spesso dirottati sulla produzione e lo smaltimento delle batterie.
I minerali più utilizzati per la produzione delle batterie delle auto elettriche sono Litio e Cobalto, la cui estrazione implica un grande impatto ambientale e anche sociale. Sebbene esistano miniere in cui i diritti dei lavoratori vengono tutelati, in altre i lavoratori vengono sfruttati pesantemente.
Parliamo allora di petrolio.
Estrarre petrolio non produce inquinamento? Non provoca guerre (e morti) per il controllo dei territori?
Quando le navi petroliere si incagliano, il trasporto del greggio non provoca ingenti danni ambientali? La raffinazione del petrolio non ha un altissimo impatto ambientale?
Potremmo quindi mettere l’estrazione dei minerali necessari alla produzione delle batterie sullo stesso piano di quella del petrolio, in termini di impatto ambientale. L’unica differenza, come abbiamo sottolineato prima, sono le emissioni dei veicoli. Mentre i veicoli elettrici producono zero emissioni, lo stesso non possiamo dire dei veicoli a motore termico.
Quindi se non è la produzione, il problema è lo smaltimento?
Il problema dello smaltimento si porrebbe seriamente se le batterie di ogni auto elettrica venissero dismesse o rottamate insieme all’auto. Ma in realtà non è così. La vera domanda che ci dobbiamo porre è: quanto può durare una batteria?
Ogni Casa Automobilistica garantisce le batterie con cui sono equipaggiati i propri veicoli dagli 8 ai 10 anni, praticamente quanto la “vita” media di un’auto. Durante l’utilizzo dell’elettrica non avremo infatti bisogno di sostituire le batterie, a meno di guasti o problemi che sono coperti dalla garanzia della Casa Costruttrice. Ovviamente, dopo 10 anni di utilizzo le batterie avranno un calo circa del 20% della loro capacità. Ma, dopo una decade, anche altre componenti dell’auto potrebbero usurarsi, pensiamo agli interni ad esempio. Quindi potrebbe avere senso cambiare auto.
Potremmo dunque decidere di rottamare l’auto, ma non le batterie. Nonostante una perdita di “elasticità” dovuta ai numerosi cicli di carica, queste ultime potrebbero essere riutilizzate per almeno altri 10 anni. Come? All’interno dei gruppi di continuità, ovvero apparecchiature elettriche (utilizzate ad es. da ospedali, aziende, ecc.) che forniscono energia elettrica in caso di cali di tensione o di blackout.
Le batterie di un’auto elettrica potrebbero quindi durare 20 anni. E poi?
Già oggi il COBAT (nato come Consorzio Obbligatorio Batterie al Piombo Esauste e Rifiuti Piombosi) possiede le tecnologie necessarie per recuperare i minerali contenuti all’interno delle batterie, principalmente litio e cobalto. Perché oggi, quindi, sembrano non esserci aziende specializzate in questo settore?
Semplicemente perché il “parco” batterie esauste disponibile non è sufficientemente grande da garantire alle imprese di trarre dei grossi profitti da questa attività. Con il tempo e la maggiore diffusione della auto elettriche sicuramente anche questo tipo di business potrà prendere sempre più piede.